venerdì 29 gennaio 2010

Pietro (Peter) Antonelli

 

Con grande sorpresa cercando tra le carte della soffitta ho trovato tempo fa il testamento del fratello di mio nonno, Pietro Antonelli, che conteneva delle foto di suoi quadri; ho scoperto così che era un affermato pittore, a New York, e che un suo quadro era stato donato al museo di Schenectady. Scrivendo al museo per avere ulteriori informazioni ho ricevuto una scheda biografica e la foto della sua tela ivi conservata. Penso di fare cosa gradita alla sua memoria nel trascrivere la scheda e pubblicare l’opera. Osservando tra le cattive riproduzioni del testamento ho tentato una elementare analisi: Pietro (Peter) Antonelli era un pittore figurativo e un ottimo ritrattista, abile nei paesaggi (nei quali riprende la tradizione dei paesaggisti americani dell’800) e nella campitura dei colori.

Nato nel 1911 a Pittsburg, Pietro Antonelli, con i suoi fratelli e sua madre di origine molisana, giunse in Italia giovanissimo stabilendosi a Carpinone. Si riporta (ma ne dubito) che frequentò l’Accademia di Belle Arti a Roma prima di ritornare negli Stati Uniti intorno al 1920  dove continuò i suoi studi all’Academy of Design di New York. Verso la fine degli anni ‘20 aprì un proprio studio a Schenectady occupandosi anche del restauro di opere delle chiese locali (la chiesa del Monte Carmelo, la chiesa greco-ortodossa). Nel 1929 espose presso la Green Room. Nel 1941 la General Electic acquistò dall’artista per 400 dollari la grande tela intitolata Susquehanna Power Station, usandola poi per il calendario annuale. Nello stesso anno espose alla Ogunquit Art Gallery, nel Maine, con tre paesaggi. Tra il 1946-47 Antonelli collaborò con la Art Faculty al Skidmore College, Saratoga Springs, New York insegnando pittura e scultura. Nel 1951 espose al Albany Institute of History of Art, New York, nell’Upper Hudson Annual Exhibition con una tela intitolata Gossip. Donò diverse tele al Schenectady Museum, all’Ellis Hospital e al St. Clare Hospital di Schenectady. La vendita delle sue tele, dopo la morte avvenuta nel 1985, fu curata dalla H.R. Tyred Gallery.

In questa sede presento l’autoritratto conservato al Schenectady Museum; probabilmente tra le sue opere migliori. L’artista si raffigura nel suo studio (alle spalle di scorgono due opere) elegantemente vestito, quasi a figurare il suo status di pittore. Lo sguardo è intenso. La mano destra, eloquentemente, indica la sinistra che regge un pennello metafora della sua arte. I colori sono sapientemente calibrati e si accordano perfettamente tra di loro; lo sfondo meno definito fa da contrasto con la campitura scura del cappotto e degli indumenti.

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Sperando di approfondire ulteriormente la sua vicenda pittorica inserisco, infine, il primo piano del suo autoritratto che trovo incredibilmente espressivo.

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