martedì 2 giugno 2009

Ecstasy style

Poiché l’immagine è ovunque e giustamente si parta di cultura visuale, ogni segno non può che essere rivelatore o ingannatore, ogni simbolo non può che comunicare o illudere, ogni figura rimandare inconsciamente a qualche altra cosa, ogni colore stimolare la fantasia e la voglia, ancor più se l’oggetto in questione è una droga, l’ecstasy, che ha un taget ben preciso.

La MetilenDiossiMetaAnfetamina, il principio attivo dell'Ecstasy, è stata sintetizzata per la prima volta nel 1912 dai laboratori Merck.

L'MDMA ha conquistato popolarità soltanto a partire dagli anni ‘80 principalmente negli USA, grazie alla sua capacità di abbassare lo stato di ansia e la resistenza psichica dei soggetti, nonché per le sue proprietà sedative. Ha poi gradualmente conquistato una grande popolarità come club drug, a causa dei suoi effetti stimolanti ed empatogeni.

Bene, i disegni ed i colori brillanti sono utilizzati appositamente per rendere la sostanza stupefacente più invitante e suscitare meno refrattarietà nel consumatore (soprattutto occasionale); i simboli sono così un elementare ed efficiente sistema comunicativo che trasformano la pasticca tanto pericolosa in una banale caramella.

Lungi da fare apologie, in questa rapida carrellata di immagini, attraverso contrasti e similitudini, voglio semplicemente mettere in evidenza la pericolosa qualità estetica di queste apparenti innocue pasticche: la forma circolare, i colori primari, simboli e loghi famosi (es. Mercedes, Chanel, Ferrari, Playboy) o semplicemente elementi base a contorno o emoticon, allegorie minimali ed immediate (simbolo del dollaro=abilità negli affari; farfalla=innocenza, ma anche elevazione in quanto simbolo dell’anima; corona=potere, cuore=fortuna in amore, addirittura il simbolo PAX).

Il loro impatto visivo infatti, se ci ragioniamo bene, ha origini ben più antiche, da quando l’uomo stampava immagini significanti sulle proprie monete, per passare alle allegorie delle medaglie romane, ai sigilli medievali ed imperiali, alle bolle e alle filigrane, per arrivare infine ai loghi moderni ed ai moderni farmaci, così ironicamente esaltati da Hirst.

Se andate su questo sito osserverete, sganciando le figure dal contenitore, la varietà di immagini, colori, simboli, loghi impressi su tali micidiali droghe. Anche queste sono immagini, ancor più pericolose se poco considerate.

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