giovedì 7 maggio 2009

La banalità del male

Il polacco Zbigniew Libera, conosciuto in Europa già negli anni ’80 per i suoi video voyeuristici, dopo il crollo del Muro di Berlino Libera si è dedicato alla pop-art giocando con le icone del consumismo occidentale, in particolare quelle legate al mondo dei giochi. La sua prima opera in questo senso è stata Ken's Aunt, del 1995: una Barbie di mezz’età prodotta, in collaborazione con Mattel, in 25 esemplari, completi di confezione. L’anno seguente si è dedicato al progetto Olocausto, realizzando sette scatole di set di montaggio di un campo di concentramento usando i celebri mattoncini LEGO.

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Ogni confezione contiene un insieme di mattoncini che può essere utilizzato per costruire l'elemento di un campo di concentramento, come indicato sulla confezione. Tutti i pezzi sono stati presi da prodotti originali LEGO o sono stati leggermente modificati dall'artista: i detenuti vengono riprodotti da sorridenti scheletri da "pirata" set, mentre, modificando leggermente le figurine da "stazione di polizia", ha ottenuto i carnefici. In alto a sinistra di ogni scatola si trova la seguente dichiarazione: "Questo lavoro di Zbigniew Libera è stato sponsorizzato da Lego".

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Al momento della sua presentazione in Danimarca la LEGO ha lanciato una serie di denunce contro l'artista tuttavia, a causa di una feroce campagna di stampa, ha deciso di abbandonare la causa. Nel frattempo il lavoro è diventato un'icona e, in diverse versioni, è stato esposto in gallerie e musei di tutto il mondo. Uno dei gruppi è stato acquistato anche dal Museo Ebraico di New York.

L'idea del logo aziendale, dell’identificabilità del prodotto e della sua affidabilità può essere facilmente legato con alcuni degli autori della Shoah: le più avanzate società tedesche quali Farben, Krupp, Siemens, Bayer AG, BMW, Daimler-Benz, Volkswagen hanno infatti tratto profitto dall'Olocausto attraverso l'uso di schiavi ebrei nel lavoro. Così il prodotto, in questo contesto, non ha nulla a che fare con posizioni etiche o morali, ma rimanda ad una partecipazione attiva alle atrocità.

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Libera è stato accusato di antisemitismo e più genericamente di cattivo gusto, ma la morale contenuta nelle sue scatole di costruzioni risulta molto diversa. Secondo l’artista polacco gli elementi che conducono a un potenziale genocidio sono tutti intorno a noi, occorre solo che qualcuno metta insieme i pezzi. E lo stesso è delle sue scatole: con i mattoncini si può costruire un campo di concentramento ma questo dipende esclusivamente da chi costruisce nella misura in cui osserva ciecamente le istruzioni-ordini. Nessuno gli vieta di costruire qualcosa di completamente diverso. Il suggerimento del campo è solo sulla scatola ma chiunque, nel montaggio, potrebbe renderne nullo il senso realizzando qualcosa di positivo con gli stessi materiali; tutto si basa sul giudizio personale che riesca ad evitare quella banalità del male a cui oggi siamo assuefatti.

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http://users.erols.com/kennrice/lego-kz.htm

http://www.luxflux.net/n1/interviste4.htm

http://www.othervoices.org/2.1/feinstein/auschwitz.html

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